Al principio di un qualsiasi percorso formativo, in questo caso di logopedia o di studio del canto, è giusto fermarsi un attimo a riflettere sul perché si vuole scegliere questo percorso e decidere quanto si è disposti a mettersi in discussione.
- Qual'è il mio obiettivo?
- Quanto è forte per me questo obiettivo? Mi suscita delle emozioni?
- Cosa sono disposto a fare per raggiungerlo?
- Quanto tempo sono disposto a dedicargli?
- Mi assumo la responsabilità del percorso o penso che il raggiungimento dell'obiettivo dipenda dagli altri?
- In che modo questo obiettivo cambierà la mia vita?
- Sono pronto ad affrontare i cambiamenti che porterà?
- Quali vantaggi ed eventuali svantaggi potrebbe comportare?
- In che modo questo obiettivo influenzerà le persone intorno a me?
- Ciò che voglio è in sintonia con i miei valori e le mie aspirazioni profonde?
- Ritengo possibile raggiungerlo?
- Ho le capacità per farlo?
- Me lo merito?
- Dipende da me arrivarci?
- Cosa penso di tutto ciò che riguarda questo obiettivo? Quali sono le miei convinzioni potenzianti? Quali quelle sabotanti?
Il senso di gratificazione non consiste sempre nel raggiungere qualcosa, per quanto attraente o
esaltante, ma nel piacere del viaggio verso il risultato, nell'impegno necessario e
nell'apprendimento che ne trai. Di per sé l'atto di conseguire i tuoi obiettivi rinforza la tua
autostima.
F. Righini
MOTIVAZIONE
Essere pienamente consapevoli di quello che si desidera davvero, rende molto più probabile il
raggiungimento dell'obiettivo rispetto a chi procede in modo distratto sperando magari che forze
esterne agiscano in suo aiuto. Una delle risorse più potenti dell'essere umano è la forza della
motivazione. Se questa è veramente forte la meta verrà sicuramente raggiunta, perché la
motivazione stimola l'entusiasmo e la passione, accende la creatività, rende più leggero ogni
sacrificio.
Un'alleata formidabile della motivazione è l'immaginazione. Avere chiara dentro di sé l'immagine
del risultato che si vuole raggiungere in modo vivo e reale, rende la meta così attraente da stimolare
tutte le proprie potenzialità. Non dimentichiamo, inoltre, la forza dirompente dell'entusiasmo.
dal greco: en dentro thèos dio. Il dio dentro
Quello dell'entusiasmo non è uno stato d'animo che si riduce ad una semplice eccitazione partecipe. È qualcosa di estremamente più profondo, potente, massiccio. È il risvegliarsi di una forza che ci invasa tramite la quale non c'è meta che non sia a portata di mano, non ostacolo che non possa essere abbattuto, non collettività che non ne possa essere travolta e coinvolta. È lo stato d'animo attivo, centrato e sorridente che schiude l'infinita realizzabilità dei sogni.
Quando incontriamo una persona entusiasta percepiamo subito il suo alto livello di energia, e se queste persone riuscissero a tenerlo attivo durante tutta la vita disporrebbero di un potere illimitato. Chi permette agli eventi di privarlo dell'entusiasmo, lentamente è destinato a morire perché rinuncia ad ascoltare la voce della sua anima.
ALLA SCOPERTA DELLA PROPRIA VOCAZIONE
Avere una meta precisa e ben definita da raggiungere, aiuta a mantenere attivo l'entusiasmo e
aumenta considerevolmente la probabilità di raggiungere l'obiettivo. Se questo è vero per ogni
scopo, ciò vale tanto più per tutta la nostra esistenza. Percepire di avere una missione di vita
(vocazione, daimon o dharma) rende sensato il nostro essere al mondo e colora la nostra esistenza di
forza e coraggio.
I segnali che rendono chiara la propria vocazione a volte sono sottili e nascosti e richiedono tempo
per essere capiti e svelati. E' necessaria una ricerca continua, un'attenzione a tutto ciò che non è
palese, a tutte quelle forze invisibili che stanno dietro a tutto ciò che facciamo e pensiamo.
A chi ad esempio sceglie di fare dell'arte la propria scelta di vita, scoprire e rafforzare il proprio
talento dà senso e significato a tutti gli sforzi e accresce il coraggio di perseguire la propria strada.
L'artista nasce segnato dal suggello della predestinazione; non può scegliere la sua vocazione: è la
sua vocazione che si impadronisce di lui e lo trascina.
Franz Liszt
EMOZIONARSI
La gamma di emozioni, sentimenti, umori, nella vita come nella musica, è incredibilmente ricca.
Estasi, anelito, consolazione, malinconia, amarezza, inquietudine, leggerezza, languore sono alcuni
esempi di un elenco molto lungo. La creatività è direttamente proporzionale alla capacità di
emozionarsi davanti ai diversi aspetti della vita. Musica e vita sono due mondi paralleli ed
interconnessi. Quando si canta le emozioni legate alle proprie esperienze e alla propria storia
nutrono l'interpretazione. Dal brano più semplice a quello più sofisticato, quello che si cerca è
sempre lo stato che la musica risveglia nel proprio animo. Similmente il pubblico che si reca ad un
concerto cerca di vivere emozioni più intense rispetto a quelle che vive quotidianamente.
Non dimentichiamo che noi proviamo ed esprimiamo emozioni, ma non siamo le nostre emozioni.
Queste sono in continua trasformazione, la parola stessa emozione deriva dal latino e-movere, che
significa tirar fuori.
Generalmente si pensa che a scatenare le emozioni siano fattori esterni, in realtà ognuno può reagire
in modo diverso allo stesso stimolo. Infatti ognuno è programmato dal suo inconscio a reagire
secondo certi schemi in modo automatico, finché non ci si inizia a rendere conto che ognuno può
scegliere liberamente come agire.
UNA NUOVA IDENTITA'
Interpretare la musica, così come, un personaggio, richiede di assumere una certa identità. Nel
momento in cui ci si trova a disagio nell'esprimere una certa emozione, si può utilizzare
creativamente la mente ed il corpo per fingere di avere un'altra identità: in questo modo è possibile
scavalcare le proprie resistenze ed i propri blocchi. Immaginare di agire come se si avesse già
superata una certa difficoltà indirizza il proprio inconscio a trovare più facilmente la soluzione.
Da considerare inoltre che il proprio corpo è la chiave per entrare in contatto con le emozioni.
Modificando il corpo, si agisce sulle emozioni. Se si è preoccupati o agitati si raddrizzi la schiena, si
rilassi le spalle, si respiri più profondamente, guardando in alto sorrida.
Mantenete pensieri e sentimenti in armonia con le azioni. Il modo più sicuro per realizzare il
proprio scopo è eliminare qualunque conflitto o dissonanza che sussista fra i nostri pensieri e
sentimenti e le azioni che compiamo ogni giorno. Se non siamo in armonia con noi stessi,
inneschiamo una serie di atteggiamenti dominati dall'ego, come la paura di fallire o di deludere gli
altri.
W.Dyer
GESTIRE LE EMOZIONI
Ecco alcuni suggerimenti per gestire le emozioni:
- osservare con attenzione ciò che si prova senza manipolarlo con giudizi o valutazioni
- respirare profondamente, immaginando che il respiro raggiunga la parte del corpo bloccata dall'emozione, la riempia e si espanda
- risvegliare l'energia muovendosi e sciogliendo i blocchi, l'ossigenazione che si attiva con il movimento in genere è sufficiente a modificare uno schema emozionale
- ascoltare cosa quella determinata emozione vuole comunicarci, non sentirsi rispettati, sentirsi frustrati per colpa di aspettative troppo alte, invidiare chi ci sembra migliore.
RISPETTO PER SE STESSI
Il rispetto e l'amore verso se stessi è la base di un sano sviluppo della personalità ma rappresenta anche la garanzia del successo delle nostre azioni. Se crediamo e diamo spazio alla possibilità, renderemo più concrete le nostre possibilità personali, di conseguenza manterremo anche salda la fiducia nella capacità degli altri di creare qualcosa di bello e di venire in nostro aiuto nel momento del bisogno. Così facendo possiamo diventare persone in grado di vivere con serenità e accogliere le possibilità che la vita ci offre. Forse il nostro errore più grande, quello che provoca la perdita dell'autostima, è ritenere le opinioni degli altri più importanti delle nostre. Il rispetto per se stessi deve scaturire dal sé, che rappresenta la nostra parte più profonda ed anche quella più autentica. Se non proviamo rispetto per noi stessi, mostriamo di disprezzare l'intero processo della creazione che ci concede di essere qui in questo momento.
GESTIRE L'INSUCCESSO
Nel campo artistico l'insuccesso è all'ordine del giorno, anzi sono quasi più gli insuccessi e le porte che vengono chiuse in faccia che quelle aperte. Stando in piedi di fronte a queste porte chiuse ci si può arrendere oppure imparare qualcosa. Sembra facile a dirlo, tutt'altro è viverlo. Nel caso del canto le cause possono essere varie, dalla scoperta dei propri limiti vocali, a tecniche di canto dannose o inefficaci, a motivazioni di carattere emotivo. Nel percorso, infatti, possono sopraggiungere difficoltà a reggere il ritmo artistico o una semplice caduta di interesse. A questo proposito un buon rapporto emotivo insegnante-allievo basato sulla stima e fiducia reciproca e un metodo di insegnamento che non blocca, non plagia, non rende insicuri, permettono di affrontare tali frangenti in modo costruttivo.
STARE BENE
Vi sono attitudini che a volte dimentichiamo e che hanno la forza di condurci in stati di profonda consapevolezza e benessere interiore:
- vivere nel presente, liberi dalle aspettative e dai ricordi, percependo ciò che ci circonda liberi da pensieri semplicemente vivendo, dona riposo e permette di rigenerarsi;
- apprezzare e godere di quello che capita nel presente, cercando di arrestare il flusso continuo ed inarrestabile che porta sempre ad andare avanti, a non accontentarsi mai;
- accettare quello che accade, affrontandolo con coraggio, avendo fede, per scoprire una forza inaspettata;
- mai accanirsi contro se stessi, se ci rendiamo conto di aver sbagliato, se il nostro percorso nel canto o in generale nella vita sembra essersi inceppato;
- lasciarsi andare, rinunciando all'eccesso di controllo, imparando ad affidarsi ai propri processi inconsci;
- ringraziare per i doni e le opportunità che ci sono state offerte;
- meravigliarsi ed imparare a contemplare il bello anche nelle piccole cose.
E in ultimo, anche se di certo non per importanza: prendersi il tempo per meditare.
Uno dei metodi per conseguire la dolcezza è quello di esercitarla verso noi stessi, non
indispettendosi mai contro di sé e contro le nostre imperfezioni... le osservazioni di un papà fatte
con dolcezza e cordialità, hanno molta più efficacia per correggere il figlio, della collera e delle
sfuriate. La stessa cosa vale quando il nostro cuore è caduto in qualche colpa: se lo riprendiamo
con osservazioni dolci e serene e gli dimostriamo più compassione che passione, lo incoraggiamo a
correggersi
S.Francesco di Sales