La voce artistica è un atto creativo che sa coniugare fisiologia ed emozione, permettendo alle potenzialità naturali di attuarsi nella loro interezza. La voce artistica è un fiume emozionale che scorre su un letto ragionevole, è una diga che sfrutta la forza della piena emotiva, ma le toglie la rovinosità dell'istintività inconsapevole. La voce artistica è la parte emotiva della comunicazione, la voce artistica è Emozione divenuta Comunicazione.
INTELLIGENZA EMOTIVA
Secondo gli studi quella emotiva rappresenta una vera e propria forma di intelligenza.
Daniel Goleman la definisce come la capacità di motivare se stessi e di persistere nel
perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e rimandare la
gratificazione, di modulare i propri stati d'animo evitando che la sofferenza ci impedisca
di pensare, infine la capacità di essere empatici e di sperare.
Molti dati dimostrano che le persone competenti sul piano emozionale, quelle cioè che
sanno controllare i propri sentimenti, leggere quelli degli altri e trattarli efficacemente, si
trovano avvantaggiate in tutti i campi della vita. Coloro che non riescono ad esercitare un
certo controllo sulla propria vita emotiva combattono battaglie interiori che finiscono per
sabotare la loro capacità di concentrarsi sul lavoro e di pensare lucidamente.
OLTRE SE STESSI
Ecco come un compositore descrive i momenti in cui dà il meglio di sé nel proprio lavoro:
ti trovi in un tale stato di estasi che ti senti quasi come se non esistessi. L'ho sperimentato diverse
volte di persona. La mia mano sembra non avere legami con me, e o non ho nulla a che fare con ciò
che sta accadendo. Me ne sto semplicemente seduto lì a guardare, in uno stato di timore
reverenziale e meraviglia. E tutto questo poi scorre via dileguandosi.
Questa descrizione è eccezionalmente simile a quelle di centinaia di altri uomini e donne
quando parlano di un momento nel quale hanno superato se stessi in un'attività che
amano. Lo stato che essi descrivono è stato definito flusso da uno studioso della Chicago
University che si è occupato di studiare le prestazioni ad alto livello. Gli atleti conoscono
questo stato di grazia come the zone là dove l'eccellenza non richiede sforzo, e la folla e gli
avversari spariscono in uno stato di beato e costante assorbimento dell'attimo presente.
Riuscire a entrare nel flusso è la massima espressione dell'intelligenza emotiva; il flusso
rappresenta forse il massimo livello di sfruttamento delle emozioni al servizio della
prestazione e dell'apprendimento. Nel flusso le emozioni non sono solamente contenute e
incanalate, ma positive, energizzate e in armonia con il compito cui ci si sta dedicando.
Questa esperienza è stupenda: la caratteristica del flusso è una sensazione di gioia
spontanea, perfino di rapimento. L'attenzione è talmente concentrata che gli individui
sono consapevoli solo della ristretta gamma di percezioni legate a quello che stanno
facendo, quasi perdendo il contatto con lo spazio ed il tempo. Il flusso è uno stato in cui la
persona si disinteressa di sé, l'opposto del rimuginare e del preoccuparsi. Invece di
perdersi nella preoccupazione e nel nervosismo, gli individui sono talmente assorbiti da
quello che stanno facendo che perdono completamente la consapevolezza di se stessi e si
spogliano delle piccole preoccupazioni.
Interessante soffermarsi sul fatto che sebbene le persone in questo stato ottengano
prestazioni di altissimo livello, non sono mai preoccupate di far bene, non indugiano a
pensare al successo e al fallimento: il puro e semplice piacere dell'atto in se stesso basta a
motivarlo.
Ci sono diversi modi per entrare nel flusso, uno è quello di raggiungere uno stato di
profonda concentrazione. Una volta che la concentrazione inizia ad affermarsi, si
autoalimenta, offrendo sollievo ai turbamenti emotivi e permettendo di eseguire il
compito senza sforzo. Il flusso è possibile in quella fragile zona che si trova tra la noia e
l'ansia. La letteratura sulle tradizioni contemplative classiche descrive tali stati di
assorbimento mentale sperimentati come pura beatitudine.
E' impressionante notare cosa accade nel cervello in questi momenti di flusso, infatti
sebbene il soggetto stia eseguendo compiti molto difficili, il dispendio energetico è
minimo. Uno degli aspetti chiave del flusso è che si manifesta intorno all'eccellenza, dove
le capacità sono bene esercitate e i circuiti neurali più efficaci. Infatti se un compito è
troppo semplice, risulta noioso; se è troppo difficile, genera ansia invece di guidarci nel
flusso.
I pittori così come ogni artista deve desiderare, sopra ogni cosa dipingere. Se di fronte alla
sua tela l'artista comincia a chiedersi a quanto potrà venderla, o che cosa ne penseranno i
critici, egli non riuscirà ad aprire nuovi orizzonti. La realizzazione creativa dipende dalla
totale dedizione a un unico scopo.
PENSIERO POSITIVO
Il buon umore, finché dura, aumenta la capacità di pensare in modo flessibile,
consentendo di raggiungere livelli di complessità maggiori e semplificando la risoluzione
di problemi, indipendentemente dal fatto che si tratti di questioni intellettuali o
interpersonali. Un leggero stato di esaltazione - ipomania – sembra lo stato ottimale per
l'attività degli scrittori e di altri individui impegnati in compiti creativi che richiedono
fluidità di pensiero e fantasia. Al contrario l'ansia insidia l'intelletto, perché le
preoccupazioni interferiscono con il pensiero annientando la razionalità. Il numero di
preoccupazioni che gli individui riferiscono di avere durante un esame è un fattore
predittivo diretto del fallimento della loro prova. Le risorse mentali impiegate in attività
cognitive come la preoccupazione vengono sottratte dalle risorse disponibili per elaborare
altre informazioni.
Essere ottimista, come pure essere inclini alla speranza, significa nutrire forti aspettative
che, in generale, gli eventi della vita volgeranno al meglio nonostante i fallimenti e le
frustrazioni. Dal punto di vista dell'intelligenza emotiva, l'ottimismo è un atteggiamento
che impedisce all'individuo di sprofondare nell'apatia o nella depressione e di scivolare
nella disperazione in situazioni difficili. La speranza, in senso tecnico, è qualcosa di più
della visione di un futuro roseo. Alcuni studiosi la definiscono come la convinzione di avere
sia la volontà che i mezzi per raggiungere i propri obiettivi, quali che siano. Gli individui con una
elevata inclinazione alla speranza hanno in comune alcuni aspetti fra i quali:
- la capacità di automotivarsi,
- la sensazione di avere le risorse necessarie per raggiungere i propri obiettivi,
- l'abilità di rassicurare se stessi nei momenti difficili convincendosi che le cose andranno meglio,
- una flessibilità sufficiente a escogitare modi diversi per raggiungere gli obiettivi prefissati o a modificarli se essi diventano impossibili,
- la capacità di frantumare un compito di formidabile difficoltà in tanti più piccoli e maneggevoli.
Dal punto di vista dell'intelligenza emotiva, sperare significa non cedere a un'ansia tale da sopraffarci, non assumere atteggiamenti disfattisti o non arrendersi alla depressione di fronte a imprese difficili o all'insuccesso. Le persone capaci di sperare sono meno soggette alla depressione, meno ansiose e soffrono meno sul piano emotivo.
Degli studiosi infine definiscono l'ottimismo sulla base del modo in cui gli individui spiegano a se stessi i propri insuccessi e i propri fallimenti. Gli ottimisti attribuiscono il fallimento a dettagli che possono essere modificati in modo da garantirsi buoni risultati nei futuri tentativi, mentre i pessimisti si assumono di persona la colpa dell'insuccesso.
Alla base dell'ottimismo e della speranza c'è una visione che gli psicologi chiamano self-efficacy, ossia la convinzione di avere il controllo sugli eventi della propria vita e di poter accettare le sfide nel momento in cui esse si presentano. Chi è dotato di questa capacità si riprende dai fallimenti o comunque dagli imprevisti, costoro si accostano alla situazione pensando a come fare per gestirle, senza preoccuparsi di cosa potrebbe andare storto.
Se infine, all'intelligenza cognitiva e a quella emotiva aggiungiamo la fede, allora nulla è impossibile.