COSA FARE SE C'E' QUALCOSA CHE NON VA NELLA VOCE?
Sarebbe necessario fare attenzione a tutti quei casi in cui la disfonia si ripresenta sempre dopo un aumento del carico vocale e soprattutto se il tempo necessario per il recupero e la necessità di riposo vocale tendono ad aumentare. In questo caso la disfonia può complicarsi dando origine a veri e propri danni fisici alle corde vocali.
In questo caso sarà indispensabile consultare un medico ed un logopedista.
Ascoltare la propria voce, respirare in maniera corretta, utilizzare una buona velocità di eloquio, rispettare semplici regole di igiene vocale, sono gli elementi essenziali per una voce bella e sana.
INTERVISTIAMO LA LOGOPEDISTA
Che cosa si intende per voce sana?
Utilizzando un linguaggio specifico si può parlare di voce eufonica , come viene
definita da Silvia Magnani. Si ha nel momento in cui la voce raggiunge l'obiettivo
comunicativo, viene prodotta senza sforzo e con piacere, rispettando la natura del
nostro apparato fonatorio.
Che cos'è la disfonia?
E' un disturbo qualitativo e quantitativo della voce che va dalla raucedine fino
all'afonia, rendendo difficile la produzione di una voce "normale".
Quali sono le cause di disfonia?
Possono essere molteplici:dalla laringite dovuta a un processo infiammatorio rinofaringeo,
alla più grave cioè da un cancro alla laringe.
Quanti e quali tipi?
In base alle cause si possono distinguere disfonie organiche (laringite acute e
croniche, cheratosi, papilloma,pachidermia,laringocele) e disfonie disfunzionali con
esiti organici (noduli, edema di Reinke, polipo cordale, ulcera da contatto, ipotonia
muscolare).
Si è parlato di disfonie disfunzionali, cioè da non corretta funzionalità
dell'organo vocale, quali sono i comportamenti che si possono avere?
Per causare una disfonia generalmente si hanno comportamenti in eccesso di
funzione: abuso della forza muscolare di adduzione (avvicinamento delle corde),
alterazione del ritmo e non rispetto delle pause di rifornimento, fonazione a intensità
eccessive, aumento eccessivo della lunghezza e tensione delle corde durante la
fonazione, eccessivo uso della voce per tempi lunghi, adduzione eccessiva delle false
corde.
Che cos'è la disodia?
Si intende il disturbo della voce cantata per la cui definizione è necessario individuare
i sintomi di specifica alterazione nella performance sia da un punto di vista
percettivo-vocale che propriocettivo. Si tratta quindi di una perdita dell'adeguatezza
nella gestione dei parametri vocali, in relazione a un codice esecutivo, per cause
organiche o funzionali.
Il logopedista amico o nemico?
Spesso andare dal logopedista viene considerato come una debolezza, ammettere che
qualcosa non va. Non è così. Le sedute di logopedia non devono servire soltanto a
eliminare un disturbo ma anche a prendere consapevolezza, a fare un punto in un
percorso che si sta compiendo, a togliere dubbi, a chiedere consigli.
Quanto dura un ciclo di logopedia?
Generalmente un ciclo che voglia essere efficace dovrebbe essere di quindici sedute
di un'ora ciascuna, ma naturalmente il professionista valuta a seconda del tipo di
trattamento da svolgere e alla risposta del soggetto.
Esiste solo un metodo per la riabilitazione di un cantante?
Assolutamente no, esistono moltissimi metodi ed approcci. La scelta di dell'utilizzo
di un metodo piuttosto che un altro dipende dall'obiettivo che si vuole raggiungere e
dalla persona che intraprende il percorso di riabilitazione. Riabilitare un
professionista della voce come un cantante o un attore richiede capacità di mettersi in
gioco e molta disponibilità al confronto, visto che chi abbiamo di fronte è un esperto
della voce o comunque dovrebbe diventarlo.
Che cosa fare quando si ha la sensazione che la quello che stiamo cantando o
recitando ci provoca uno sforzo eccessivo nella voce oppure diventiamo afoni
subito dopo la performance?
Naturalmente questo è un campanello d'allarme. Qualcosa non va bene. Non si può
ignorare un tale segnale da parte del nostro corpo, si può prendere tempo, ma non si
deve certamente far finta di nulla. Soprattutto è importante evitare che questo si
prolunghi nel tempo e che provochi danni concreti.
INTERVISTIAMO L'OTORINOLARINGOIATRA
Quali sono le sostanze che hanno un potere essicante sulle mucose?
Le sostanza che possono avere effetto essiccante sulle mucose e quindi ridurre la
viscosità cordale sono: antiacidi, antireflusso, antispastici, antitosse, broncodilatatori,
decongestionanti nasali, anticinetosici, antidepressivi, antipsicotici, ipnotici,
antiparkinsoniani. E' necessario esserne a conoscenza per tentare di ovviare con una
maggiore idratazione, soprattutto in vista di una performance vocale.
In cosa consiste la valutazione strumentale della voce?
Gli strumenti per eseguire una valutazione accurata della voce sono molteplici, i più
comuni sono la STROBOSCOPIA, HIGH SPEED ENDOSCOPIA, STROBOSCOPIA IN HD e l'ELETTROGLOTTOGRAFIA.
Per un'analisi acustica: SPETTROGRAFIA, VOCALIGRAFIA, FONETOGRAFIA, SPETTRO DI POTENZA.
Nel caso di un intervento chirurgico alle corde vocali, quali
sono le norme a cui attenersi nel periodo subito dopo
l'operazione?
In genere si chiede un riposo vocale assoluto nel tempo immediato
post-operatorio, da 3 a 15 giorni. In tale indicazione sono inclusi
anche il raclage e la tosse oltre alla fonazione. Quando è terminato
tale periodo si dovrà riprendere la fonazione riducendone i tempi e
l'intensità per circa 20 giorni. Nel caso della voce cantanta, la
ripresa del canto dovrebbe avvenire almeno dopo un mese e
mezzo nel cantante amatoriale e tre mesi per il professionista.
Perché si consiglia un periodo di trattamento post-operatorio?
Si consiglia il trattamento post-operatorio per ripristinare un buon coordinamento
pneumofonico e favorire una buona riepitelizzazione. Nel cantante amatoriale o
nell'allievo la sua funzione è anche rieducativa e correttiva, mentre nel professionista
svolge il ruolo di guida nella ripresa della normalità di funzione e di monitoraggio nel
tempo.
Quali sono le norme antireflusso?
Ci sono alcune norme per ridurre o prevenire il reflusso quali: inclinare il letto,
modificare la dieta,ridurre il peso corporeo se si è in soprappeso, evitare il fumo e
l'eccessivo consumo di alcool, evitare di alimentarsi prima di coricarsi o addirittura a
letto. Una breve passeggiata dopo i pasti può essere utile ad accelerare la digestione,
evitare, se possibile, farmaci che possono indurre o aggravare il reflusso (teofillina,
calcio-antagonisti, progesterone, FANS), evitare quei movimenti che aumentano la
pressione addominale (flessioni sul busto, esercizi per addominali, body-building,
sollevamento pesi) e gli indumenti o le cinture troppo stretti.
Ha parlato di modificazione della dieta, quali sono quindi gli alimenti da
evitare?
Generalmente si consiglia di evitare legumi, uova sode o fritte, dolci, bevande quali
caffé, té, birra, pomodori crudi, agrumi, verdure fibrose crude, carni grasse o
affumicate, formaggi molto grassi e latte intero, burro, margarina, strutto.
Quali sono i segnali d'allarme per il reflusso?
Affaticabilità vocale, perturbazione del segnale, scarsa prestazione vocale mattutina,
sensazione di voce dura, senso di corpo estraneo in faringe, presenza di muco, dolore
ipofaringeo, desiderio di schiarirsi la voce, senso di secchezza delle mucose,
singhiozzo, fame d'aria, tosse secca e stizzosa.
RIABILITAZIONE DELLA VOCE
Il trattamento riabilitativo di un disturbo vocale è sempre molto complesso perchè per
essere efficace deve tener conto di una molteplicità di fattori che vanno ad incidere
sul riequilibro o sul compenso funzionale.
L'obiettivo della terapia è risolvere velocemente il problema con il minor numero di
recidive possibili.
Teorie di riferimento
Facendo una revisione della letteratura esistente, risulta che gran parte delle
metodiche classiche di trattamento ricalcano un'impronta comportamentistica,
fondata sull'assoluta importanza delle tecniche di addestramento, che si riferiscono
alla teoria dell'apprendimento passivo. Il trattamento classico poneva il problema di
non avere una visione globale dell'uomo, ma di porsi nei suoi confronti
considerandolo esclusivamente e semplicemente per il sintomo del quale è portatore.
Al momento della diagnosi le disfonie venivano classificate in base al grado di
tensione delle corde vocali.
La rieducazione logopedica seguiva protocolli di vocalizzi standardizzati a seconda
dei diversi tipi di disfonia, con esercitazioni eseguite a tavolino nel corso delle quali il
logopedista, attraverso un metodo prevalentemente direttivo, proponeva esercizi
mirati a far acquisire meccanicamente tecniche in grado di modificare i parametri
deficitari della voce. La respirazione era presa in considerazione
approssimativamente solo durante la prima seduta o con semplici esercizi di
ginnastica respiratoria. Inoltre, questo metodo di lavoro non considerava
sufficientemente lo stato della muscolatura extralaringea che, a causa di possibili
scompensi posturali o di accumuli di tensione, in particolare della regione cervicofacciale che spesso
risultava contratta, ostacolando i movimenti laringei ed il buon
funzionamento delle corde vocali. Nonostante ciò, ancora oggi possono essere
validamente adottate alcune tecniche appartenenti alle metodiche classiche, perchè
utili per correggere i parametri vocali e per ridurre eventuali contratture dei muscoli
della regione oro-laringea.
Metodi
Passiamo ora ad elencare i vari approcci terapeutici che si sono succeduti nel tempo.
A partire dalla teoria Froeschels ad esempio che nel 1952 ideò il Chewig Method o
metodo della masticazione, utile per l'attenuazione dell'iperfunzione.
Nel 1977 Bone propose il Yawn-sigh approach o tecnica del sospiro-sbadiglio,
tecnica utilizzata per per favorire l'attacco vocale dolce.
Un altro autore, Cooper nel 1973 formulò il metodo Hu-Hum che fornisce un valido
aiuto per trovare e far capire l'altezza di voce adeguata.
Molto utili sono anche le tecniche di manipolazione e di massaggio del laringe e
dell'osso ioide, attraverso le quali è possibile ridurre sia le contratture che l'ipertono
della muscolatura della parte anteriore del collo.
Alle metodiche classiche ha fatto seguito la scuola di Le Huche, il quale ha aggiunto
alle procedure in uso un approccio più globale, nonostante ciò la modalità da lui
proposta risulta essere ancora di tipo direttivo. A lui però va riconosciuto il merito di
aver intuito l'inscindibile rapporto tra corpo, mente e voce e quindi dell'importanza di
agire sulle diverse compnenti dell'attività fonatoria con esercizi di rilassamento, di
respirazione e di allenamento vocale.
La scuola di Oskar Schindler ha introdotto in Italia la pratica della terapia di gruppo.
Approfondendo le intuizioni di Le Huche sulle tecniche corporee e tenendo in
considerazione l'importanza di una corretta gestione delle dinamiche di gruppo, è
stato messo appunto dall'equipe medico-logopedica dell'Ospedale di Cesena, un
protocollo di lavoro da seguire in corso di trattamento logopedico. Nasce così la
definizione di Training logopedico integrato o T.L.I.
Tale metodica vuole porsi come possibile modello di intervento dinamico e flessibile.
L'attenzione si sposta infatti dalla voce e dai suoi parametri alla comunicazione
corporea, verbale e non verbale, dando ampio spazio alla presa di coscienza ed alla
gestione attiva della respirazione, della postura, della gestualità, cioè di quegli
elementi che permettono e rinforzano l'emissione sonora facendone a pieno titolo un
atto efficace di proiezione vocale.
Non si può non citare la tecnica della vibrazione di Mara Belhau utilizzata con ottimi
risultati per riequilibrare la chiusura glottica e la coordinazione pneumofonoarticolatoria,
per mobilizzare la mucosa cordale riducendo notevolmente lo sforzo fonatorio.
E' utile anche citare il metodo dell'accento di Smith e il metodo della nasalizzazione
del Prof. J.Pahn. Dalla tecnica del canto risulta molto utile l'utilizzo del metodo Voice
Craft di Jo Estill, un metodo finalizzato al controllo selettivo delle diverse strutture
laringee.
Infine, una metodica recente molto interessante a cura di A.Borragan è il Metodo
propriocettivo-elastico, il cui obiettivo è quello di indurre il soggetto ad
autocontrollare gli obiettivi che si vogliono perseguire e renderlo responsabile e
cosciente di ciò che si sta facendo; per questi prerequisiti tale metodo si mostra molto
innovativo rispetto alle metodiche classiche di tipo direttivo.
Gli obiettivi di questo metodo sono di autoregolare la funzione respiratoria e
controllare lo sforzo muscolare eccessivo. Inoltre la metodologia terapeutica si basa
sulla partecipazione attiva del paziente che deve essere motivato, impegnando la sua
attenzione, la sua memoria e la sua capacità autopercettiva. Cerca di far sperimentare
nuove sensazioni indotte da emissioni vocali in particolari condizioni.