1. LA POSTURA E LA DIDATTICA

"Lo studio del canto, adunque, altro non è che una speciale ginnastica degli organi produttori e modificatori della voce, tendente a sviluppare, migliorare e render perfetti i muscoli destinati ai loro movimenti... Si tratta di rendere atti i molteplici muscoli dell'economia a produrre, ove occorra il maximum di lavoro..."
(Fisiologia Igiene e Patologia degli organi vocali, Dr.Giuseppe Nuvoli, 1889)

Nonostante sia trascorso più di un secolo da questa affermazione, notiamo come ancora oggi la didattica del canto, soprattutto quella del canto lirico, considera alla base dell'insegnamento del canto il lavoro sulla muscolatura.

Si parlava già allora di economia nella gestione dell'apparato vocale, ottenendo il massimo del risultato con il minimo sforzo.

Riguardo alla postura lo stesso Nuvoli ne sottolinea l'importanza:

"La posizione conveniente è la prima condizione di una respirazione naturale e libera di ogni impedimento. A tale effetto, quasi tutti i maestri raccomandano con ragione all'allievo di tenersi dritto, abbassare le spalle, e sporgere il petto...Affinché il petto sporga, è necessario di portare lo sterno in alto e in avanti. Lewis B. Monvoe, fa fare ai suoi allievi questo esercizio di spostamento dello sterno, indipendentemente dall'inspirazione o dall'espirazione, trenta o quaranta volte di seguito".

Leggendo ciò si desume come mai i cantanti lirici siano stati canzonati o beffeggiati da pittori o scrittori. Si tendeva, in passato, ad assumere una postura che risultava tipica, che permettesse un buon gioco della gabbia toracica e del diaframma.

Tuttavia si capisce come nel canto la postura assunta abbia giocato sempre un ruolo fondamentale, non soltanto in teatro ma fin dalle prime lezioni impartite all'allievo inesperto.

Lo dimostra un'altra testimonianza:

"(Il maestro) procuri (all'allievo) ch'egli stia in positura nobile, acciò appaghi anche con una decorosa presenza. Lo corregga rigorosamente se fa smorfie di testa, di vita e principalmente di bocca..."
(Opinioni de' cantori antichi e moderni o sieno Osservazioni sopra il canto figurato, Pier Francesco Tosi, 1723)

Assumere una postura corretta per il cantante significa gestire nel modo migliore sia l'apparato vocale che quello respiratorio. Lo stesso Garcia specifica nel suo trattato sul canto, come l'allievo debba porsi.

"Per inspirare facilmente, tenete la testa diritta, tirate indietro le spalle senza irrigidirle, lasciate libero il petto, abbassate il diaframma senza scosse e, con un movimento lento e regolare, sollevate il petto...Mantenete il corpo diritto, rilassato, in equilibrio sulle due gambe, lontane da ogni punto di appoggio; aprite la bocca…allontanando la mascella inferiore da quella superiore e lasciandola cadere..."
(Trattato completo dell'arte del canto, Manuel Garcia, 1847)

La postura dovrebbe dunque essere ben eretta, con spalle e braccia rilassate; le spalle dovrebbero essere ben tirate indietro per lasciare libera la mobilità toracica.

Un gesto che si vede, infatti, spesso nei cantanti lirici è quello di allargare le braccia come per abbracciare il pubblico.

La testa va tenuta diritta senza irrigidirla, così il collo e la mandibola che deve aprirsi verso il basso senza stabilizzarsi, dalla sua morbidezza, infatti come dice Garcia, dipende quella degli organi sottostanti e quindi l'elasticità e la soavità del suono.

Anche Celletti riprende l'importanza della morbidezza e della mancanza di contrazione:

"Ciò che va fatto capire al cantante è che le spalle, il collo, la gola, la mascella vanno esentati da qualsiasi contrazione o irrigidimento; e che, nella fonazione, tutto dipende dal lavoro dei muscoli inspiratori ed espiratori. Fisiologicamente è una bestialità. Corrisponde però alla sensazione d'un cantante che canta sul fiato ed in maschera".
(Il Canto, Rodolfo Celletti, 1989)

Attualmente il Prof. Antonio Juvarra espone ne "I segreti del bel canto" (2007) l'importanza della naturalezza del canto e della respirazione globale, con cui la postura si lega in modo indissolubile.

La cosidetta "postura nobile", secondo Juvarra, deve necessariamente essere calata nella realtà del canto tenendo in considerazione l'importanza dell'allineamento testa-collodorso, di cui si parlerà più avanti.

2. LA POSTURA NEL CANTO

Fondamentale nel canto è dunque assumere una postura corretta con un adeguato allineamento verticale che permette: una buona autopercezione corporea, una presa aerea toraco-diaframmatica profonda e naturale, la mobilità del piano glottico durante la fonazione, l'adattabilità morfologica delle corde vocali in relazione alla muscolatura intrinseca laringea.

Il cantante dovrebbe essere in grado di percepire tutte quelle situazioni di sovraccarico muscolare e mettere in atto, di conseguenza, minimi aggiustamenti che riducano la fatica e permettano di ottenere il miglior risultato: concetto di eufonia.

"emissione vocale ottenuta secondo i criteri di economia ed efficacia e risultante nel segnale migliore possibile per quel soggetto in quella situazione"
Silvia Magnani

Il risparmio della fatica muscolare è una conquista lenta e progressiva che non viene favorita dall'esercizio delle masse muscolari, quanto da tecniche di abilitazione posturale basate sull'autopercezione.

Educare il cantante a questa consapevolezza ed autocontrollo è compito prima di tutto dell'insegnante di canto ma anche del logopedista che fin dal primo momento della presa in carico esamina la postura del paziente ed il suo atteggiamento nello spazio.

  • 2.1 Presa dello spazio

    Con questo termine si intende la modalità con la quale il soggetto si pone durante la fonazione. Una corretta presa dello spazio è caratterizzata da:

    • - Scarico simmetrico del peso corporeo su i due arti e per ogni arto un appoggio equilibrato

    • - Assenza di dondolamento sul posto, di oscillazioni eccessive

    • - Assenza di episodi di incrocio, con superamento della linea mediana (arti inferiori)

    • - Compostezza posturale con assenza di posture inadeguate all'atto fonatorio (mani ai fianchi, sollevamento delle spalle)

    Se la presa dello spazio è scadente si può notare irrequietezza posturale (il paziente cambia continuamente posizione) o permanenza in posizioni disequilibranti. Una corretta presa dello spazio deve permettere al soggetto di concentrarsi sul fenomeno vocale senza disperdere la propria energia.

    La presa dello spazio non è il risultato di una tecnica corporea ma il frutto di un atteggiamento mentale. Il radicamento a terra, necessario per una corretta fonazione è una modalità di raccoglimento e concentrazione dell'attenzione, così come la immediata percezione dello spazio è un prerequisito fondamentale per un buon bilanciamento risonanziale.

  • 2.2 Allineamento

    Si intende il posizionamento del corpo relativamente all'asse verticale. Per essere definito corretto deve permettere una buona motilità del piano glottico e una sufficiente destabilizzazione della mandibola.

    Bisogna ricordare che l'allineamento è strettamente correlato con la modalità di scarico del peso a terra, un peso equidistribuito tra avampiede e retropiede può aiutare a correggere un allineamento scorretto. Inoltre è correlato con l'orizzonte visivo, tanto che correggendo questo si agisce anche sull'allineamento.

    Per valutare l'allineamento è necessario porsi di lato al soggetto di modo che si possano cogliere con facilità i rapporti tra i segmenti scheletrici. Nell'osservazione si deve tener conto:

    • - Presenza di oscillazioni sull'asse sagittale, con scarico prevalente del peso sui talloni o sull'avampiede.

    • - Allineamento del bacino con anteriorizzazione della sinfisi pubica o basculamento in senso opposto provocando un aumento della lordosi lombare

    • - Postura scapolare (intra o extrarotazione)

    • - Allineamento dei segmenti spalle/collo/capo

    • - Postura mandibolare

    • - Atteggiamento del tronco

    • - Allineamento dell'estremità cefalica rispetto alla verticale corporea

    Per quanto riguarda quest'ultimo punto si riconoscono due tipi di allineamento: verticalità bregmatica, caratterizzata da lieve estensione del capo con fontanella di Bregma posizionata in corrispondenza della verticalità corporea; verticalità di vertice con modesta riduzione della lordosi cervicale e fontanella di vertice allineata alla verticale, quest'ultima postura è da preferire.

    Importante è controllare che nell'allineamento testa/collo/cingolo scapolare non siano presenti: iperlordosi cervicale, contrattura scalena, inclinazione laterale, protrusione del capo.

    La modalità di porsi nello spazio e l'allineamento sono fortemente influenzati dal tono posturale: una postura ipotonica aumenta la cifosi dorsale, proietta anteriormente il capo, facilita l'iperlordosi lombare e la presa diaframmatici; una postura ipertonica incrementa la lordosi lombare e quella cervicale, facilita la presa toracica medio-alta.

  • 2.3 Postura laringea

    "Il rispetto della mobilità laringea è il prerequisito per una voce eufonica"

    La laringe è un organo sito nel collo, appeso alla base cranica, essa deve posizionarsi sul piano neutro a riposo e deve poter basculare liberamente in fonazione.

    Viene attratta verso il basso durante l'inspirazione, mentre nella voce cantata naturale si inclina verso l'alto e risale nell'emissione delle note dell'ottava superiore.

    Nell'esaminare la laringe è necessario accertarsi che possa muoversi liberamente. La laringe è mobile quando: scende in inspirazione, risale in espirazione sino al piano neutro. Le alterazioni della postura laringea possono essere di vari tipi: basculamento della laringe verso l'alto, in cui il piano glottico è richiamato verso l'alto ma bascula; alterazione e stabilizzazione, dove oltre ad essere attratto verso l'alto il piano glottico non bascula; stabilizzazione completa in cui il piano non scende in inspirazione ma rimane immobile o viene attratto verso l'alto.

    L'attrazione verso l'alto della laringe si ha anche in situazioni in cui l'allineamento è alterato (allineamento in bregma, protrusione del capo, incremento della lordosi cervicale) oppure quando lo scarico del peso corporeo è verso l'avampiede.

    La laringe è caratterizzata da un complesso sistema muscolare che si divide in: muscolatura estrinseca e muscolatura intrinseca.

    La muscolatura intrinseca è definita tale perché ha entrambi i capi di inserzione sulla laringe, il suo compito è modificare la posizione delle corde vocali rispetto all'asse mediano (le corde sono addotte dal tiroaritenoideo e abdotte dall'interaritenoideo) e modificare la morfologia del corpo cordale (le corde sono allungate dal cricotiroideo e accorciate dal tiroaritenoideo). Nel momento in cui si perde la capacità contrattile del sistema adduttorio si ha la cosiddetta fonastenia secondaria di solito a surmenge o a fonazione prolungata a intensità elevata. I sintomi consistono nella comparsa di aria intrafonatoria, in un attacco soffiato, nella difficoltà a cantare a voce piena. Bisogna preoccuparsi quando questi sintomi non si risolvono con il riposo vocale, o quando compaiono con un impegno vocale minimo o se necessitano di un tempo di recupero troppo lungo.

    La muscolatura estrinseca fa parte del sistema posturale somatico dunque l'azione della muscolatura estrinseca determina o è determinata da cambiamenti dell'assetto posturale. Presenta un capo di inserzione sulla laringe, l'altro è unito ad una struttura scheletrica. I suoi compiti principali sono di: cambiare la posizione dell'organo nel collo e modificare la morfologia delle corde vocali.

    La laringe è connessa in alto con l'osso ioide tramite il legamento stiloioideo, il muscolo stiloioideo, il muscolo di gastrico, il muscolo miloioideo, il genoioideo.

    Questi muscoli innalzano l'osso ioide e quindi la laringe: gli anteriori lo attirano verso la mandibola, i posteriori lo attirano verso la base cranica. La contrazione degli anteriori provocano l'allungamento passivo delle corde vocali,l'assottigliamento del bordo libero, l'aumento di aria nella glottide. Fonare a laringe elevata è molto pericoloso per l'artista perché si può generare fonastenia, si provoca assottigliamento cordale, si aumenta l'instabilità adduttoria con l'aumento dell'intensità, occorrono compensi da parte della muscolatura extralaringea per mantenere l'adduzione con frequenze elevate. Dal punto di vista percettivo si ha uno schiarimento timbrico per accorciamento del vocal tract, qualità della voce tesa, difficoltà nella variazione tonale. E' fondamentale nell'educazione della voce cantata preoccuparsi di ottenere una fonazione, anche nell'ottava superiore, priva di attrazione verso l'alto del piano glottico.

    In basso la laringe si collega con il torace superiore tramite il legamento tiroioideo, il muscolo sternoioideo, il muscolo omoioideo, lo sternotiroideo ed il tiroioideo. Questi muscoli abbassano lo ioide e provocano un aumento della massa cordale, un aumento della dimensione verticale del bordo libero, un accollamento cordale saldo, un incremento delle resistenze glottiche che producono livelli di pressione che possono essere traumatici su tutto il corpo della corda (si può avere vasodilatazione, stravaso di liquidi edema).

    La posizione e la postura laringea sono condizioni fondamentali per ottenere la cosiddetta portanza vocale, di grande importanza per il canto.

    Una voce ha caratteristiche di portanza se possiede penetranza, cioè concentrazione di energia acustica in zone formantiche deputate ad una migliore udibilità della voce, unita a massa sonora, una voce che risulta corposa e ricca di armonici.

  • 2.4 Postura mandibolare

    Durante la fonazione la mandibola deve: permettere la corretta resa della fonoarticolazione (precisione, forza, mordente), collaborare al bilancio risonanziale, non impedire la resa delle intensità. La postura mandibolare è alterata quando vi è una eccessiva stabilizzazione della base cranica, una destabilizzazione o una protrusione o avanzamento della mandibola.

  • 2.5 Posizione linguale

    Il compito della lingua durante la fonazione è di permettere la corretta resa della fonoarticolazione e di collaborare al bilancio risonanziale. Una lingua in postura bassa é normalmente ipotonica, appesantisce la mandibola e genera destabilizzazione di questa dalla base cranica. Essa si associa generalmente ad interiorizzazione del bacino, a incremento della cifosi dorsale e ad appoggio sul retropiede. Mentre una lingua innalzata posteriormente chiude la cavità retrorale, alterando il bilancio delle risonanze e impedendo la resa delle intensità, inoltre trascina verso l'alto il piano glottico.

  • 2.6 Relazione tra postura e mantice

    Per una buona presa d'aria nel canto è fondamentale utilizzare una respirazione toracodiaframmatica, perché è più economica e permette di prendere una quantità maggiore di aria. Infatti una respirazione alto-toracica è antieconomica sia perché ventila una regione limitata del polmone sia perché altera la postura generale.

    Nel momento in cui si privilegia lo scarico del peso sull'avampiede si ha una prevalenza del torace superiore, si mette in contrattura la parete addominale, si ha una stabilizzazione precoce del diaframma. Se invece si privilegia lo scarico sul retropiede si aumenta di conseguenza la cifosi dorsale, si ha il collasso delle coste inferiori impedendone la piena espansione, si detiene la muscolatura di parete e si rallenta o impedisce la stabilizzazione del diaframma.

  • 2.7 Esercizi per una buona educazione respiratoria di base

    Nell'insegnamento del canto il controllo della respirazione è il primo obbiettivo fondamentale da raggiungere.

    Importante per la percezione della muscolatura respiratoria e soprattutto per la dissociazione tra i vari elementi la sequenza di esercizi del pranayama quadrato.

    La sequenza è composta da sette esercizi in successione, che non sono altro che varianti di un esercizio di base. L'obbietivo è di aiutare il soggetto nella gestione del soffio, nel rispetto della rilevanza della funzione vibrante laringea su quella sfinterica.

    "Visualizzo davanti a me un quadrato. Il lato verticale di sinistra è l'inspirazione (lo percorro dal basso verso l'alto), il lato orizzontale superiore, la sospensione piena, il lato verticale di destra l'espirazione (lo percorro dall'alto verso il basso), il lato orizzontale inferiore la sospensione vuota. Mi preparo. Fuori l'aria. Inspiro, percorro il lato verticale sinistro; sospendi; espiro; sospendo; espiro, percorro il lato verticale destro; sospendo. Visualizzo dentro di me il canale respiratorio, i tre punti del retrobocca, le corde vocali spalancate. Percorro il quadrato con il ritmo che mi è proprio. Mantengo aperte le corde vocali per tutta la durata dell'esercizio".

    E' interessante notare l'utilizzo del termine "sospensione" invece di "apnea". Quest'ultima infatti rimanda all'idea di azione quindi, involontariamente si attua la chiusura glottica tra inspirazione ed espirazione. Con "sospensione" si rimanda all'idea di lasciare le cose come stanno.

    Si aggiungono via via delle variazioni di questo esercizio: la prima consiste nell'aggiungere una suddivisione in tre tempi sia dell'espirazione che dell'inspirazione. Questo per permettere la gestione dell'aria in relazione alle esigenze respiratorie. Nella seconda variazione si introduce la contrazione della parete addominale all'interno della sospensione piena senza però farla coincidere con questa. L'obbiettivo è di esercitare la contrattura di parete, facendo attenzione a dissociare la muscolatura contenitiva da quella posturale, in una fase in cui la contrattura si presenta fisiologicamente.

    Occorre infatti istruire il cantante a esercitare la contrattura coinvolgendo principalmente la muscolatura obliqua. Deve essere evitato il reclutamento posturale e il coinvolgimento della muscolatura longitudinale posteriore, in grado di alterare la verticalità. Non vanno assolutamente reclutati i muscoli retti dell'addome poiché influisce in modo significativo sulla muscolatura del collo.

    La contrattura di parete viene poi inserita durante l'espirazione, come una leggera tensione di parete che aiuta l'aria a venir fuori. Lo scopo è di ottenere la consapevolezza della possibilità di esercitare la funzione vibrante laringea anche in presenza di contrattura di parete.

  • 3. La postura e l'arte scenica

    Finora si è discusso su quale sia la postura più corretta che il cantante deve assumere. Tutte le norme suddette sono fondamentali nell'insegnamento della tecnica del canto, costituendo un principio basilare per l'impostazione corretta della voce.

    Ma tutto ciò si scontra inevitabilmente con tutte le convenzioni legate all'arte scenica a cui il cantante deve sottomettersi nel momento in cui inizia a cantare in teatro.

    Il cantante professionista deve essere in grado di mediare tra la tecnica vocale acquisita e le esigenze attoriali, che richiedono al cantante cambiamenti di posizione e spostamenti sulla scena.

    La postura sul palco diventa più complessa da gestire perché influenzata da più ordini di fattori:

    • - Gli automatismi legati alle modalità fonatorie proprie del cantante

    • - Il rapporto dell'esecutore con la platea (voce proiettata)

    • - Richieste del regista

    • - Ansia e tensione legati alla prestazione

    Particolare attenzione va posta al rapporto delicato che esiste tra le esigenze posturali del cantante e le esigenze della regia. Quest'ultima troppo spesso tende a richiedere al cantante di assumere delle posizioni antieconomiche (cantare da supini, reggendo qualcosa di pesante, indossando abiti troppo stretti o copricapi troppo pesanti) che rendono difficoltosa la produzione vocale. Il regista inoltre richiede una recitazione il più possibile naturale e spontanea e si oppone a tutti quegli stereotipi posturali del cantante lirico che ne tracciano una figura ben distinta come si riconosce in dipinti di famosi pittori come Toulouse-Lautrec.

    Il regista dovrebbe essere in grado di discernere i vizi posturali che un cantante può aver acquisito da alcuni atteggiamenti posturali irrinunciabili che garantiscono un adeguato controllo della respirazione e dei risuonatori. Non si vedrà mai un cantante cantare in posizione completamente supina senza cercare un qualche appoggio, o seduto a gambe tese; così la postura del collo non sarà mai in estrema flessione o estensione.

La postura ed una corretta gestione respiratoria

Perché la voce sia impostata correttamente e senza sforzo e soprattutto sia supportata da un adeguato mantice respiratorio è necessario non assumere atteggiamenti posturali scorretti. Non dovrebbe essere accentuata la lordosi fisiologica della zona lombarepelvica, anzi spesso la didattica suggerisce esercizi per delordotizzare questa zona. Ma bisogna far attenzione a non eccedere, per non provocare una chiusura della parete addominale anteriore che influenza il sostegno espiratorio.

Il cantante, secondo quanto afferma il Prof. Franco Fussi, dovrebbe posizionarsi con gambe leggermente divaricate di modo che garantiscano un solido appoggio, la posizione degli arti inferiori deve situarsi dentro un'area che non supera il diametro delle spalle in senso frontale e sagittale. Le ginocchia lievemente flesse per evitare il formarsi di tensioni inutili.

Le spalle inoltre dovrebbero essere aperte verso il pubblico lasciando ampia possibilità di movimento alla gabbia toracica, e rilassate. Il tratto cervicale deve essere mantenuto in posizione eretta, con allungamento della nuca, evitando la lordosi cervicale ed il sollevamento della mandibola. Questa postura permette di evitare inclinazioni o spostamenti passivi della scatola laringea permettendo la libertà di gestione del sistema glottico e sovraglottico. Una postura scorretta a questo livello influisce sulla dinamica respiratoria, sul timbro e sui rapporti tra le cavità di risonanza.

Durante la fase inspiratoria l'addome mantiene un tono interno la tensione di parete addominale con delle escursioni limitate. L'addome dunque tonifica il diaframma controllando l'allungamento e provvedendo ad una base relativamente ferma contro cui contrarsi.

Tratto da tesina di Vocologia Artistica
La postura ed il canto
A.A.2005/2006